La traduzione letteraria: arricchimento o perdita dell’opera originaria? Traduzione EN>IT


Il testo che ho scelto questa volta è tratto dal manuale The Oxford Handbook of TRANSLATION STUDIES, di Kirsten Malmkjær e Kevin Windle. Dal capitolo The translation of literary prose scritto dalla traduttrice letteraria Charlotte Barslund, la quale attraverso un analisi profonda ha datto voce ad un dibattito che si protrae negli anni, che cerca in ogni modo di mettere a confronto l’opera tradotta con quella originale. Al processo di traduzione, sopratutto nell’ambito letterario, spesso e volentieri si attribuiscono mancanze, perdite e impossibilità di trasmettere le stesse emozioni e cogliere le sfumature linguistiche del testo originale. Difficilmente si vuole riconoscere la buona riuscita della traduzione di un romanzo che indirettamente ha contribuito al successo dell’opera originale. Se avessimo dovuto prediligere a prescindere la versione originale di un libro, sminuendo la versione tradotta dello stesso, oggi non avremmo potutto godere i capolavori della letteratura mondiale. In ogni caso il dibattito rimane aperto… E voi che ne pensate?

IL VALORE E IL PRESTIGIO DI UNA PUBBLICAZIONE


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“La traduzione di un romanzo per il lettore assetato è come una caraffa d’acqua fresca, quando non si può andare alla fonte.” (Metafora usata dallo scrittore Alan Duff)

Il confronto è possibile?

E’ vivo il dibattito sul fatto che ci può essere un confronto o meno tra le opere tradotte e quelle non tradotte. Sono uguali ma divise? Un romanzo non tradotto è un’opera d’arte più pura della sua traduzione? Può essere attribuito alla traduzione soltanto la perdita, come nella espressione “perso nella traduzione”? O forse è il caso di “un libro è sempre un libro” e se è un grande libro attirerà i lettori sia nella versione originale che in quella tradotta? Alan Duff sostiene che ‘il lettore ritorna alla traduzione quasi sempre dall’impossibilità di  giungere all’originale. Lui beve dalla caraffa dell’acqua perchè non può andare alla fonte, ma non per questo l’acqua deve essere meno buona. La traduzione può essere una scelta necessaria, ma non di certo un male necessario.’ In questa affermazione Duff riconosce la differenza, ma non lo vede come un fattore nocivo  nei confronti del piacere che può regalare e la qualità di un libro.

Un esempio di controversia

Il dibattito sulla questione ebbe inizio nel 2006 quando l’Associazione dei Giallisti Inglesi decise di escludere i romanzi tradotti dal loro Premio di Pugnale d’Oro, ora l’annuale Premio Duncan Lawrie, per il miglior romanzo giallo. Fino ad allora i romanzi gialli scritti in qualsiasi lingua, ma disponibili anche in inglese, potevano essere selezionati per la valutazione. Tra i vincitori c’erano scrittori dal Regno Unito e da altri paesi, i quali competevano alla pari, ossia per merito. L’Associazione si accorse che era impossibile stabilire se il successo di un romanzo tradotto era dovuto alla qualità della traduzione o alla scrittura originale, e cambiò le regole di partecipazione per il loro premio più prestigioso affinché solo romanzi scritti originariamente in inglese potevano essere ammessi. L’Associazione creò successivamente un premio speciale per i romanzi gialli tradotti, il Pugnale Internazionale Duncan Lawrie. Sebbene sia positivo che i romanzi gialli tradotti non siano stati esclusi del tutto dalla valutazione, il premio in denaro assegnato è di soli 6.000 sterline (di cui 5.000 sterline vanno allo scrittore e 1.000 al traduttore), paragonate alle 20.000 sterline per il loro premio prestigioso, Duncan Lawrie. Questa distinzione sembra indicare che i romanzi tradotti non sono da considerarsi dello stesso livello di un romanzo nella lingua originale, o che un romanzo tradotto perde qualcosa con la traduzione e per questo non dovrebbe essere confrontato con opere non tradotte.

E’ giusta però questa considerazione? E’ vero che un libro tradotto è di un valore minore rispetto al libro nella sua lingua originale? E’ importante ricordare che i libri pubblicati in lingua originale avranno un editore, che lavora sul testo insieme all’autore. La versione pubblicata avrà senz’altro l’approvazione dell’autore. Il traduttore allo stesso modo lavorerà con un editore, il quale spesso fungerà da cassa di risonanza o da un potenziale lettore del libro. Pochissimi libri sono risultato della visione genuina di una sola persona, ma l’immagine dell’autore come un genio creativo sembra prevalere, così il processo di traduzione di conseguenza deve sminuire il valore di un libro. Questò sarà naturalmente il caso di una cattiva traduzione, ma il successo di tanti romanzi tradotti dimostra che è sia possibile che auspicabile raccontare una storia in una lingua diversa da quella in cui è stata scritta. Si può anche sostenere che la maggior parte delle persone avranno a disposizione solo il libro tradotto e non avranno mai la possibilità di fare un confronto, e così non possono distinguere tra la versione originale e quella tradotta. Come ci suggerisce Susan Bassnett, ‘quando leggiamo Thomas Mann oppure Omero, se non conosciamo il tedesco e il greco antico, quello che stiamo leggendo è l’originale attraverso la traduzione, ovvero la traduzione è il nostro originale’ (Bassnett 1998b: 25). Inoltre, se ci fossimo limitati a leggere solo libri scritti nella nostra lingua, avremmo perso la possibilità di ampliare gli orizzonti e stimolare la nostra mente, e ci saremmo ritrovati con una prospettiva distorta e chiusa.

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GLOSSARIO

  • Issue → edizione, pubblicazione
  • status → prestigio
  • solely → unicamente, esclusivamente
  • loss → perdita
  • to argue → argomentare
  • water-jar → caraffa di acqua
  • none the worse for → non meno buona; incontaminata (riferita all’acqua)
  • a necessary evil → un male necessario
  • acknowledge → riconoscere
  • detrimental → dannoso, peggiorativo
  • controversy → controversia, dissacordo, dibattito
  • British Crime Writers’ Association → L’Associazione dei giallisti inglesi
  • Gold Dagger Award → Premio di Pugnale d’Oro
  • on equal terms → allo stesso livello, alla pari
  • i.e. (abbrev. dal latino id est) → ovvero, ossia
  • so that → cosicché, in modo che
  • subsequently → successivamente
  • fiction → narrativa, romanzo
  • signal [sth] → indicare, segnalare
  • be regarded as → essere considerato come
  • league (figurative) → livello 
  • sounding board → cassa di risonanza
  • linger → permanere, persistere
  • unadulterated → genuino, puro
  • by implication → implicitamente, indirettamente
  • diminish → sminuire
  • in addition → inoltre, per giunta

 

* Fonte testo originale:

Prose Translation (5)-page-0 Prose Translation (6)-page-0

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