Vorrei essere come te

Una mia poesia

Ti osservo mentre dormi beata 
mia dolce gattina,
nel tuo sonno sereno privo di pensieri, 
e per un momento vorrei essere come te...

Ma vorrei essere come te
soprattutto quando sei sveglia,
quando sei allegra e giocosa e ti diverti 
con la prima cosa che ti capita fra le zampe.

Quando ti voglio abbracciare,
ma sfuggi perché in quel momento non ti va,
ed io a malincuore imparo ad accettare
il tuo spirito libero.

Perché non c'è cosa che ami di più
della tua libertà,
e lo eserciti con così tanta classe
che è impossibile non affezionarsi.

Hai il tuo bel caratterino
e ti fai rispettare,
se non si vuole incorrere
in qualche spiacevole graffiata.

Mi piace come te ne vai dritta
anche quando ti si chiama per nome,
quando sui tuoi cuscinetti morbidi,
ti rifuggi nell'altra stanza in cerca di privacy.

Mi piace quando spunti come per magia
con il tuo bel musino,
quando ti chiamo e non ti trovo,
con quello sguardo tenero che vale più di mille parole.

Amo il tuo modo di essere grata
tutte le volte che ricevi il cibo,
e la corsetta buffa che fai
ogni volta che nomino "pappa".

Amo lo sguardo che hai
simile a un maestro saggio,
quando ti raccogli silenziosamente
all'angolo del divano.

Ma più di tutto
amo il modo in cui esprimi
il tuo affetto incondizionato.

Quando la sera ti appoggi sulla coperta
vicino a me, mentre leggo.
Quello è il tuo posto preferito,
da dove per un po' non vuoi fuggire.

E' bello vivere spensierati e liberi
come te gattina mia.
Ma, ahimè, a noi umani, 
almeno per ora, tutto ciò non ci è concesso.

Adela  Allajbej




 

Un nuovo inizio

“Che sapore ha per me la felicità? Quello di una tisana calda, leggendo un buon libro, in compagnia del mio gatto”.

Siamo arrivati alla fine anche di questo viaggio, che come ogni viaggio bello o brutto che sia prima o poi finisce. E’ tempo di salutarci caro 2020. Uh, quante emozioni ci hai fatto vivere! Ci hai stravolto la vita in un batter d’occhio e altrettanto velocemente hai messo l’intera umanità, per la prima volta nell’era moderna, sulla stessa barca. Quanto è stato difficile affrontarti sotto diversi punti di vista, ne siamo tutti testimoni. Vorrei invece fare il punto su cosa realmente ci hai insegnato, partendo dalla mia esperienza personale.

Si dice che non può piovere per sempre. In questi giorni è arrivata anche la neve, che per chi ama vedere il lato positivo delle cose può essere considerata un dono, dato che non succedeva da anni sotto le Feste. In ogni caso, grazie alle giornate più buie che riusciamo ad apprezzare davvero una bellissima giornata di sole. Così è stato questo 2020, come un lungo inverno, simile a quelli descritti nei racconti per bambini, che mettono a dura prova la resilienza dell’uomo. Sicuramente ognuno lo ha vissuto a modo suo, affrontando le proprie sfide e difficoltà, anche se questo anno diverso ha offerto a tutti una grande opportunità. Ci ha permesso di rallentare e in qualche modo di resettare la nostra vita. Abbiamo dovuto fermarsi per salvaguardare la cosa più preziosa che abbiamo e che spesso diamo per scontato, la nostra Salute. E mentre ci siamo fermati, all’interno delle nostre case, abbiamo fatto due incontri importanti e forse inaspettati per il nostro modo di vivere, quello con il Tempo e con noi stessi. All’improvviso ogni fretta è sparita e le nostre giornate si susseguivano lentamente in attesa di essere riempite, con attimi di vita, che da adesso doveva avere un sapore più autentico. Avevamo a disposizione tutto il tempo necessario, per fare quello che fino a quel momento avevamo rimandato. Ci siamo resi conto ingenuamente che se ci fermiamo, il mondo e la vita vanno avanti lo stesso. Anzi, con enorme beneficio per il pianeta che si è potuto riposare e rigenerarsi per un po’.

E poi l’incontro con noi stessi, o per lo meno è quello che è successo a me. Non dovrebbe essere sempre vero, ma dalla vita ho imparato che per stare bene e ritrovare il proprio equilibrio, devi prima stare male. Solo quando si ha il coraggio di guardarsi dentro e riconoscere le proprie debolezze e le proprie paure, si è pronti ad imbarcarsi in quel viaggio che ti porterà alla tua essenza. Una volta realizzato quello che stava succedendo intorno a noi e accettata la nuova realtà, mi sono accorta che avevo bisogno di prendermi cura di me stessa. Da sempre ci insegnano a prendersi cura degli altri, dimenticando di dirci che per prima dobbiamo cominciare da noi. Perché non si può stare bene con nessuno, se non si sta bene con se stessi.

Ho iniziato a leggere. La lettura è diventato il mio rifugio sicuro. Ho letto tanto in questo 2020, come non avevo fatto in tutta la mia vita. Ho riscoperto la piacevolissima e preziosissima compagnia dei libri. Ho imparato tante cose nuove e mi si sono aperte nuove finestre sul mondo. Ho sentito il bisogno di cambiare, il desiderio di migliorare e tanta voglia di imparare. Mi sono resa conto che più tempo dedichiamo alle cose che amiamo, che ci fanno stare bene e più positivo diventa il nostro sguardo sul mondo. Amarsi e riscoprire le nostre potenzialità ci rende forti e ci permette di affrontare la vita con coraggio ed entusiasmo.

Io mi auguro che anche voi abbiate iniziato in qualche modo a fare il viaggio verso voi stessi, quel viaggio che racchiude la speranza e la consapevolezza che un mondo migliore sia ancora possibile.

Cara Bergamo, ti scrivo…

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In questi ultimi giorni ti sei sentita sola e ferita, come forse non era mai successo prima. Ferita e messa in ginocchio da questo nuovo virus arrivato da lontano, in un Mondo che da tempo sappiamo di essere così piccolo. Nell’impossibilità di tenerti la mano in questi momenti ed abbracciarti come avrei voluto fare, ti scrivo queste righe per esprimerti la mia vicinanza.

Sei diventata la mia città e la mia casa da diciannove anni ormai, da quando nel 2001 lasciai la piccola Albania. Ho imparato a conoscerti poco a poco e tu mi hai permesso di crescere, perché qui ho trovato le possibilità e gli strumenti per poter realizzare tutti i miei sogni. Se dovessi immaginarti come una persona mi viene facile pensarti come uno di quei cari nonni che questo virus ha strappato dal cuore delle proprie famiglie e di tutti quelli che ancora stanno combattendo. Quelle grandi persone che abbiamo conosciuto un po’ in questi ultimi giorni dalle fonti di informazione. Perché quelle persone non sono solo numeri per le statistiche ma sono persone ricche di un vissuto, e soprattutto ti rappresentano perché sono definiti ‘Bergamaschi Doc’. Persone che hanno affrontato la vita con grande forza e dignità, semplicità e positività, lavoro e sacrifici. Persone schive, ma dal cuore buono, dal sorriso caldo e dal consiglio sincero. Questa è l’immagine miglior di te, che si rispecchia pienamente nella gente delle Valli, che più di tutti sono stati messi a dura prova in questa emergenza senza precedenti per la nostra generazione. Gente che non si è mai risparmiata per dare il proprio contributo all’interno della propria comunità, facendolo con umiltà e saggezza. Perché per gente come loro la comunità è un valore imprescindibile, il cuore pulsante della società. In questo senso ci devono servire da esempi, a noi che viviamo in società sempre più individualiste in cui oggi a causa di questo ‘nemico’ siamo chiamati a prenderci cura gli uni degli altri, per salvare la nostra comunità globale.

Cara Bergamo, come ti ho già scritto, in questi anni ho imparato a conoscerti bene, ma ho ancora tanto da scoprire su di te. Spero di poterlo fare quanto prima, augurando che i giorni sereni non tardino ad arrivare per tutti! Intanto ti abbraccio forte e mi raccomando ‘Molà mia!”

LA CASA EN EL AIRE, Traduzione canzone ES>IT

È passato tanto tempo dall’ultima volta che ho scritto sul blog, su questo spazio che considero come il mio porto sicuro. Mai come in questi ultimi giorni ne abbiamo bisogno di uno, giorni in cui il Coronavirus ha cambiato repentinamente la nostra quotidianità. Siamo stati tutti travolti da un misto di sensazioni spiacevoli come la paura, l’incertezza, l’impotenza, la vulnerabilità e la solitudine. Per poterne uscire inermi da questa situazione, ognuno di noi penso ha cercato di mantenere, non senza sforzo, il proprio equilibrio e la propria razionalità per affrontare nel modo giusto questa ennesima sfida della vita.

Il motivo per cui ho deciso di scrivere, non è per condividere qualcosa su questo nuovo virus, ma al contrario, per cercare di distrarsi dalla miriade di informazioni di cui siamo stati bombardati a proposito di quest’ultimo.  Da qualche parte leggevo che il lusso più grande che ci conduce alla quiete oggi è la libertà dalle informazioni. Ecco, con questo nuovo articolo mi voglio e vi voglio regalare un po’ di libertà e leggerezza. Dopo aver letto la traduzione che vi propongo ne sono sicura che le anime vi saranno grate.


* Immagini tratte dal videoclip della canzone su YouTube

Oggi condivido con voi la traduzione di una bellissima canzone nonché una splendida poesia in spagnolo. Si intitola La Casa en el Aire. Quando ad interpretarla sono due grandi artisti come Carlos Vives (uno dei migliori rappresentanti della musica colombiana contemporanea) e Lolita Flores (una poliedrica artista spagnola) il risultato non può essere che questo capolavoro. La canzone è un omaggio a Rafael Escalona, uno dei più importanti compositori della musica colombiana, soprattutto del genere ‘Vallenato’, riconosciuto ufficialmente dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

 
 La casa en el Aire    
                                                                         
 Voy a hacerte una casa en el arie                       
 solamente pa' que vivas tu                                   
 después le pongo un letrero bien grande          
 de nubes blancas que diga Ada Luz. (bis)            
 Mira mi vida si sería bonito vivir,                    
 Arriba de to'l mundo. (bis)                                 
 Allá en el cielo con los angelitos,                      
 Sin que te vaya a molestar ninguno.                
 Allá en el cielo con los angelitos,                        
 Sin que te vaya a molestar ninguno.                
 Porque el que no vuela no sube,                        
 Para ver la luz de las nubes                               
 Porque el que no vuela no llega allá                
 Para ver la luz de la inmensidad.   
                 
 Quiero explicar cuale es el motivo                  
 de hacer esta casa en el aire (bis)                 
 la unica forma de vivir tranquillo                 
 porque el camino no lo sabie nadie. (bis) 
  
 Si te preguntan como se sube, ¡decidles!      
 Que algunos se han perdido. (bis)             
 Para ir al cielo creo que no hay camino,    
 Sólo tú y yo nos iremos en una nube.          
 Para ir al cielo creo que no hay camino,   
 Sólo tú y yo nos iremos en una nube.
          
 Porque el que no vuela no sube,                    
 Para ver la luz de las nubes                         
 Porque el que no vuela no llega alla            
 Para ver la luz de la inmensidad.                 
 Como esta casa no tiene cimientos,              
 Es el sistema que he inventado yo,              
 Me la sostienen en el firmamento                
 Los angelitos que les pido a Dios. 
               
 Porque el que no vuela no sube,                  
 Para ver la luz de las nubes                         
 Porque el que no vuela no llega allá           
 Para ver la luz de la inmensidad.                
 Voy a hacer mi casa en el aire,                      
 Pa' que no te moleste nadie.                          
 Voy a hacer mi casa en el aire,                    
 Pa' que no te moleste nadie.                          
 Porque el que no vuela no sube,                
 Para ver la luz de las nubes                        
 Porque el que no vuela no llega allá         
 Para ver la luz de la inmensidad.             
 La casa nell'Aria

 Ti costruirò una casa nell'aria                                  
 per viverci soltanto tu
 Dopo ci metterò un bel cartello grande         
 fatto di nuvole bianche che dicano Ada Luz,                   
 Come sarebbe bello Vita mia vivere 
 in cima al mondo intero.
 Là su in cielo con gli angioletti.                
 Senza che ti possa disturbare nessuno.                      
 Là su in cielo con gli angioletti,
 Senza che ti possa disturbare nessuno. 
 Perché chi non vola non può salire,
 Per vedere la luce oltre le nuvole.
 Perché chi non vola non arriva là su,
 Per vedere la luce dell'immensità.

 Voglio spiegare qual è il motivo 
 per costruire questa casa nell'aria.
 L'unico modo per vivere tranquillo,
 perché il camino non lo conosce nessuno.
  
 Se ti chiedono come si sale, digli: 
 Che alcuni si sono persi!
 Per andare al cielo credo non ci sia una strada,
 Ci andremo solo io e te su una nuvola.
 Per andare al cielo credo non ci sia una strada,         
 Ci andremo solo io e te su una nuvola.

 Perché chi non vola non può salire,
 Per vedere la luce oltre le nuvole.
 Perché chi non vola non arriva là su,
 Per vedere la luce dell'immensità.
 Siccome questa casa non ha fondamenta,
 È il sistema che ho inventato io,
 Me la sostengono nel cielo
 gli angioletti mandatomi da Dio.
 
 Perché chi non vola non può salire,                       
 Per vedere la luce oltre le nuvole.
 Perché chi non vola non arriva là su,             
 Per vedere la luce dell'immensità.
 Costruirò la mia casa nell'aria,
 Così da non infastidirti nessuno.
 Costruirò la mia casa nell'aria,            
 Così da non infastidirti nessuno.
 Perché chi non vola non può salire,
 Per vedere la luce oltre le nuvole.
 Perché chi non vola non arriva là su.              
 Per vedere la luce dell'immensità.
   

L is for Learning to learn

Carol Read's ABC of Teaching Children

From a perhaps surprisingly young age, we can teach children to learn effectively and successfully. Learning to learn is to do with training children to become responsible, self-aware, reflective, and increasingly independent learners. It is also to do with giving children opportunities to develop the learning styles and strategies that help them learn best. Given that we have no idea what the children we teach may want or need to learn in the future, equipping them to become competent and confident life-long learners is one of the most important things we can do.

Even with very young children, it is both possible and important to include ‘learning to learn’ as an integral part of our lessons and to get children to think explicitly about how they learn (the process) as well as what they learn (the product). We also need to mediate in our lessons in a range of ways…

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Traduzione letteraria IT>AL, tratto dal libro “Il più e il meno” di Erri De Luca

Mentre cercavo tra i scaffali della biblioteca mi sono imbattuta in questo libro fatto di racconti autobiografici dello scrittore napoletano Erri De Luca, che mi ha rapita subito. Una figura poliedrica della letteratura e cultura contemporanea, Erri De Luca ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Per cogliere tutta la sua sensibilità, la sua intelligenza e la sua immensa ricchezza d’animo bisogna leggere tutta la sua opera. Qui vorrei condividere una sua bellissima poesia, che attraverso poche parole dette d’un fiato riassume i veri valori della Vita.

VALORE

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

 

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DITËLINDJA

Më 18 janar është ditëlindja e nënës time. Do të ishte nëntëdhjetë vjeçe. Do ta kishte dashur shumë këtë moshë, nuk ishte e lodhur duke jetuar, duke lexuar. “Kushedi nëse do të ketë libra atje ku do të shkoj?”: nuk kam dëgjuar askënd të shpresoj për një bibliotekë në botën e përtejme. Faqet e librave i kanë bërë shoqëri më shumë se sa unë.

Rilexonte romanet e famshëm te Proust, Dostoevskijit, Tolstojit, ditën dhe natën kur gjumi largohej.

“Më thuaj diçka, mos më lër kështu”: më thoshte papritur në dialektin napoletan strofën e këngës së Pino Daniele, gjatë darkave tona, kur qëndroja më shumë i heshtur dhe i mbyllur, i heshtur dhe bosh nga dita e kaluar në kantier. Haja duke menduar për ndonjë varg nga ato që kisha lexuar herët në mëngjes, për një plan që nuk kisha për të dielën, pa gjetur një rrugëzgjidhje.

“Më thuaj diçka, mos më lër kështu”: përpiqesha të kthehesha në vete me një buzëqeshje të sforcuar, pa ditur t’i thoja diçka apo t’i ofroja shoqërinë për të cilën kishte nevojë. Zëri i saj që thyente heshtjen me strofën e këngës, sot më rreh në kokë, si dhimbja e një dhëmbi.

Ndërsa ishte ajo që më tregonte: lexonte tre gazeta të përditshme, një të Napolit, dëgjonte leximin në radio të një tjetre, ndiqte lajmet në televizion. Më informonte mbi botën nga pikëvështrimi dhe ndjenjat e saj. Mbante anën, mbronte dhe akuzonte. Donte që ta mbështesja në zemërimin, inatin dhe dhembshurinë e saj. Më nxiste, por une kisha tashmë nxitjet e mija të plota. Për të kaluarën time nuk pyeste dhe as nuk donte të dinte. Për të unë isha një shkrimtar dhe asgjë tjetër.

Më tregonte histori të kohërave të bukura të shkuara e të kaluara, albumin e fotove të familjes të shfletuar ndonjë mbrëmje nga zëri i saj. Dëgjoja e ridëgjoja emrat e njerëzve  të dashur për të dhe indiferent për mua. I ndjeja larg dhe gabohesha. Më përkisnin të gjitha, fotot e albumit të saj. Isha formuar prej tyre, ishin përbërësit e mij, më tepër se të afërmit e mij. Nëpërmjet atyre personave më fliste për mua. Më tregonte që isha unë ajo turmë.

Tashmë edhe ajo është pjesë e tregimit. Mbrëmjeve në guzhinë, i ulur në tavolinën tonë të shkretuar, pertyp darkën time me sytë mbi pjatë dhe gëlltijë mungesat e të cilave jem pjesë.

 

 

 

 

 

Testo originale:

Digitalizzato_20170405 (7) Digitalizzato_20170405 (8)

 

 

 

 

Aspettando il Nuovo Anno

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E’ iniziato il conto alla rovescia per il nuovo anno, un nuovo inizio che da sempre ci viene offerto dalla generosità del Tempo. Un grande dono che raramente riusciamo ad apprezzare come merita. L’anno che lasciamo dietro e che tra poco stiamo per salutare per sempre in qualche modo ne è la prova. E’ stato difficile questo 2016, uno tra i più tristi che io ricordi. In qualche modo ci ha segnati tutti con i fatti dolorosi di cui siamo stati testimoni. In quest’anno abbiamo visto vite innocenti essere calpestate malvagiamente da ogni angolo della terra, tante lacrime versate ed altrettante vite cambiate per sempre. Più di una volta siamo rimasti increduli davanti alla realtà e un milione di altre volte ci siamo interrogati se l’uomo è davvero capace di tanta crudeltà. Siamo precipitati negli abissi dell’anima, per poi riemergere e ricadere ancora, ancora e ancora.. Cerchiamo di andare avanti affrontando la nostra quotidianità sperando di tornare al più presto alla normalità, pur ben sapendo che questa è tutt’altro che la normalità.

Quello che ci auguriamo per questo 2017 è che sia un’anno migliore, in cui ci impegniamo tutti a rendere questo mondo un posto migliore. Cerchiamo di volerci bene, dovrebbe essere una cosa naturale, e per di più richiede uno sforzo di gran lunga minore, di quello di volerci male.

Le pagine del Nuovo Anno sono ancora tutte bianche. Facciamo sì che raccontino una bella storia. Buon 2017 a tutti!!!

‘Settori di specializzazione’, cosa significa realmente nella Traduzione? – Traduzione EN>IT

Questo articolo tratta un argomento che sta molto a cuore ai traduttori, anche se dai margini non ben delineati: la specializzazione nell’industria della traduzione. In seguito vi propongo la traduzione dall’inglese dell’articolo Specialization in Translation – myths and realities”, pubblicato nella rivista online Translation Journal e scritto da Charles Martin, che ringrazio tantissimo per avermi permesso di condividere questo suo prezioso contributo anche in italiano, con l’intento di fare chiarezza a riguardo.

– – – ∗ – – –

La specializzazione nella traduzione –

tra miti e verità

ABSTRACT: Nonostante il commune accordo all’interno dell’industria della traduzione sull’importanza sempre maggiore della specializzazione, evidentemente c’è ancora molta confusione sul significato di questo termine e dei suoi derivati ‘specializzato’ e ‘specialista’. Sebbene lo sviluppo della tecnologia e del commercio stanno rendendo necessario per i professionisti del settore il focalizzarsi su un area tematica specifica, nella misura in cui possono diventare ‘specialisti’, la cosa risulta discutibile, visto la natura inerente della traduzione e del mercato in cui si muove.

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I traduttori devono specializzarsi!

Tutti sembrano essere d’accordo che nell’industria della traduzione oggigiorno i traduttori devono essere specializzati. Ci sono due principali motivi perché questo è diventato un prerequisito sempre in crescita negli ultimi anni. Il primo è legato alla crescita esponenziale della conoscenza: semplicemente c’è molto di più da sapere riguarda un dato argomento e molti nuovi argomenti da conoscere. E’ improbabile che un traduttore possa essere in grado di tradurre bene e in un arco di tempo ragionevole qualsiasi tipo documento.

“A dispetto di quello che tanta gente crede, i traduttori raramente sono esperti nel campo in cui traducono.

Internet è il secondo e il principale motivo perché la specializzazione sia diventata sempre più neccessaria. Innanzitutto, ha permesso ai traduttori di consegnare velocemente le loro traduzioni ai clienti in tutto il mondo e di promuovere le loro specifiche abilità e servizi ben al di là del loro mercato locale. In questo senso la rete ha facilitato ai traduttori il percorso di specializzazione. In secondo luogo, ha messo alla loro disposizione una ricca gamma di informazioni consentendoli così di addentrarsi verso nuovi e specifici settori. Ma allo stesso tempo Internet ha intensificato la concorrenza, dando la possibilità alle persone con documenti da tradurre di trovare nella rete qualcuno in grado di cogliere le loro esigenze specifiche o quelle relative ai costi.

Sempre più traduttori e agenzie di traduzione sentono quindi l’obbligo di specializzarsi in uno o più settori.

Ma cosa realmente intendiamo con il termine ‘specializzazione’?

Se pensiamo che i traduttori devono focalizzarsi su uno o più settori specifici e non devono cercare di tradurre qualsiasi documento che gli viene proposto, allora è difficile da contestare il fatto che i traduttori devono specializzarsi. Persino mezzo secolo fa, pochi traduttori professionisti avrebberò contrastato questo. Ma se quello che intendiamo è che i traduttori dovrebbero diventare ‘specialisti’, allora la cosa diventa molto più complicata. Come possono i traduttori e le agenzie di traduzioni sostenere realmente di essere specializzati se l’industria stessa della traduzione non ha delle area di specializzazione ben definite? Dopo tutto, uno specialista non dovrebbe specializzarsi in un settore specifico che è riconosciuto come tale dai suoi stessi colleghi? Per di più, in quale misura la natura della traduzione e il mercato delle traduzioni consentono a un traduttore di specializzarsi in un campo specifico?

In questo senso, persino un concetto apparentemente semplice come ‘specializzarsi’ può risultare poco chiaro. Secondo l’American Heritage Dictionary, può significare “formarsi od occuparsi di uno studio o attività particolare; di concentarsi su un’attività o prodotto particolare“. Secondo il Concise Oxford Dictionary può significare “diventare uno specialista”. La distinzione tra queste due definizioni non è irrilevante, siccome il termine specialista implica un certo livello di conoscenza e di abilità. Secondo alcune definizioni, ‘specializzarsi’ può anche significare dedicarsi esclusivamente a un campo, mentre altre permettono lo specializzarsi in più di un settore.

specializzarsi

Di conseguenza, termini come ‘specializzazione’, ‘settore’, ‘specializzato’ e soprattutto ‘specialista’ sono usati così ampiamente e indistintamente nella industria della traduzione da non avere praticamente nessun significato. La gente presume che essere un traduttore specializzato è simile a essere uno specialista in un’altra professione, come Medicina o Giurisprudenza, anche se i concetti di ‘specializzazione’ e ‘specialista’ non possono essere usati in modo analogo per una attività cosi ampia e disorganizata come la traduzione.

Un medico specialista, ad esempio, ha fatto lo stesso percorso base di studio e di formazione  di un medico generico, ha acquisito conosceneze e abilità aggiuntive, ha così raggiunto quello che si considera un livello più alto di abilitazione all’interno di un’area di competenze ben definita, come la radiologia, la cardiologia, ecc. In questo senso esiste una distinzione chiara tra un medico generico e uno specialista. Nella traduzione, per quanto, non esiste un percorso comune base di formazione  o un comune livello di conoscenze o abilitazione e il cosiddetto traduttore specializzato può non avere nemmeno le basi delle abililità linguistiche e delle conoscenze del ‘generalista’.

Per di più, in assenza di una concordata tassonomia delle specializzazione nella traduzione non esisteno aree ben definite nelle quali i traduttori possono specializzarsi. In tal senso, il concetto di specializzazione non può avere una connotazione assoluta nella traduzione, bensi solo relativa. Ad esempio, il traduttore A, ‘specializzato’ in contabilità può considerare il traduttore B, che sostiene di essere specializzato in traduzione di business, di essere un ‘generalista’ o al massimo ‘semi-specializzato’ dal suo punto di vista. E ancora il traduttore C, specializzato in principi contabili internazionali, può ben pensare lo stesso del traduttore A. Dove sta il limite? Cosa costituisce un area di specializzazione leggitima e rilevante nella traduzione?

Uso e abuso del termine ‘specialista’

Per un traduttore senza dubbio essere uno specialista non avrà mai lo stesso significato e prestigio di un medico o di un avvocato. Ma fin che ci sono ovvi vantaggi commerciali di essere considerato uno specialista, date le maggiori conoscenze e abilità che questo implica, il termine continuerà sicuramente ad essere usato dai traduttori e dalle agenzie di traduzioni. Devono tuttavia riconoscere che l’uso a caso dei termini ‘speciaizzato’ e ‘specialista’ può apparire ambiguo e persino assurdo.

Internet ci offre tanti esempi su come il termine ‘specialista’ viene usato impropriamente. Molte agenzie di traduzioni affermano di essere specializzate, contemporaneamente, in traduzione di business, traduzione finanziaria, traduzione giuridica, traduzione tecnica, ecc, per non parlare di traduzione generica! In altre parole esse sono specializzate in tutto. Tralasciando il fatto che tali categorie sono estremamente ampie di per sé, un’agenzia di traduzione dovrebbe essere molto grande e rigorosamente organizzata in reparti separati, ciascuno gestito da uno staff specializzato in modo da rendere tale affermazione del tutto plausibile. Quando in più considerate che tali società spesso propongono servizi in un ampia gamma di lingue, il numero dello staff ‘specializzato’ che servirebbe per supervisionare le varie specializzazioni per ogni combinazione linguistica inizia a confonderci le idee. Tuttavia, clienti ingenui possono essere dissuasi dalle agenzie di traduzione che dichiarano di avere alla loro disposizione un forte battaglione di 10.000 traduttori specializzati in Medicina, Giurisprudenza e Ingegneria.

Sebbene queste diffuse dichiarazioni sulla specializzazione siano improbabili persino per una grande società di traduzioni, alcuni traduttori freelance osano a fare lo stesso. Nel suo sito, una traduttrice afferma di essere specializzata in traduzione di business, finaziaria, giuridica, traduzione di marketing, lingue e letterature, e in diverse combinazioni linguistiche! Come può essere possibile? Non è un campo come la traduzione di business  o la traduzione giuridica abbastanza vasto di per sé,  anche sola con una combinazione linguistica? Come può un traduttore essere specializzato anche solo in traduzione di business, considerando che il business è composto da varie discipline, come la contabilità, marketing, risorse umane e IT, ciascuna delle quali è un settore separato di per sè con un grande e crescente insieme di concetti e termini?

Le aziende fanno business in deversi tipi di industrie, sulle quali il ‘traduttore di business’ deve avere una qualche conoscenza.  Anche se la traduzione finanziaria rappresenta una categoria più ristretta, un traduttore può avere poca conoscenza sulla contabilità finanziaria e quasi nessuna sui mercati e sui prodotti finanziari o sulla gestione delle risorse e può non avere le dovute capacità di scrittura per tradurre adeguatamente comunicazioni finanziarie. Anche il termine ‘traduzione legale’ è molto vago. Esso dovrebbe normalmente includere documenti usati dagli avvocati e dai giudici nei procedimenti penali e civili, che richiedono una buona conoscenza dei principi, dei sistemi e delle istituzioni legali. Altri documenti richiedono familiarità con un determinato settore legale, come il diritto di proprietà commerciale e intellettuale, e ci sono contratti o altri strumenti legali che possono richiedere pochissima o nessuna conoscenza di legge.

Anche se queste affermazioni possono attirare gli inesperti e i potenziali clienti hanno poco o nessun significato reale.

Il povero traduttore ‘generico’

Visto che i siti web di tutto il mondo che si occupano di traduzione cantano le lodi ai specialisti, i traduttori ‘generici’ tendono ad essere oggetto di tanto disprezzo. Sfortunatamente, nell’industria della traduzione il termine ‘generico’ si riferisce a qualcuno disposto ad accettare qualsiasi tipo di lavoro da qualsiasi settore, anche se altamente specializzato.

Anche se penso che sono relativamente pochi i traduttori abbastanza coraggiosi e ingenui da fare questo, mentre ci sono numerose le agenzie che accettano qualsiasi proggetto. E’ grazie a loro che il termine ‘generico’ ha assunto questo significato particolare nella traduzione diventando quasi un’offesa per alcuni. Questo non sembra giusto. In Medicina, un medico di base non cerca di occuparsi di tutte le specialità mediche, ma indirizza i suoi pazienti se lo ritiene necessario al giusto specialista. Per di più, la loro ampia, più generica tipo di conoscenza viene riconosciuta come molto utile e il loro dedicarsi alla medicina generale permette a loro di acquisire e mantenere conoscenze e abilità che uno specialista non ha o ha dimenticato.

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Non sarebbe vera la stessa cosa anche per tanti traduttori ‘generici’ i quali riconoscono i propri limiti, non prendono incarichi in settori che conoscono poco e spesso offrono una formazione più varia di uno specialista, e soprattutto una conoscenza più ampia e profonda della lingua di partenza, per non parlare delle ottime capacità di scrittura? Non possono così alcuni documenti che non richiedono una conoscenza specialistica in un determinato settore essere giustamente classificati come ‘generici’? Oltretutto, questo non necessariamente li rende più facili da tradurre o meno importanti di quelli che richiedono maggiori conoscenze specialistiche. I traduttori ‘generici’ scrupolosi non stanno ricevendo un trattamento equo in questo momento, dato che l’enfasi nell’acquisire conoscenza specializzata e diventare ‘specialista’ ha contribuito ad oscurare e diminuire l’importanza della profonda cononscenza linguistica e delle capacita traduttive.

E’ interessante notare che finché il concetto di ‘traduttore generico’ combacerà con quello di ‘traduttore specializzato’ il primo continuerà ad essere altrettanto vago. Ad esempio, una traduttrice sul proprio sito web dichiara di tradurre “ogni tipo di documento legale e di documenti generici (amministrativi, finaziari, pubblicitari)”. Apparentemente lei considera tutto ciò che non rientra  nella sua area di specializzazione estremamente vasta e mal delineata (di documenti legali) di essere ‘generico’, incluso la traduzione amministrativa, finaziaria e pubblicitaria, le quali separatamente si possono considerare specialistiche.

MITI E VERITA’

Nonostante sia senza dubbio impossibile prevenire che i termini ‘specialista’ e ‘generico’ siano usati scorretamente per scopi commerciali, speciazlizzazione e i suoi derivati possono essere concetti utili per i traduttori se intesi e usati nel modo giusto, in maniera disciplinata all’interno del contesto di traduzione e dei requisiti dell’industria della traduzione. Ma affinché questo succeda ci sono due miti sulla specializazione da sfattare.

Mito n.1:  I traduttori devono essere esperti specializzati

A differenza di quello che tanta gente pensa, i traduttori non necessariamente devono essere esperti nei campi in cui traducono. A loro non serve una laurea in Medicina, Giurisprudenza o Ingegneria per tradurre documenti medici, legali o tecnici. Ci sono pochissimi documenti che richiedono il sapere e l’esperienza di un professionista della materia. I traduttori, ad esempio, non devono sapere se una procedura medica prescritta è idonea oppure se una clausola in un contratto è valida. Questo è un sapere che appartiene all’autore del testo. Ai traduttori serve un livello più basilare di conoscenza per consentirgli di capire i principi sottostanti, fare le ricerche necessarie per comprendere ciò che non capiscono, e trovare il termine giusto nella lingua di destinazione. Ad esempio, qualcuno che traduce documenti contabili non deve essere un ragioniere ma deve avere una ‘cultura’ in contabilità, che può essere ottenuta attraverso uno o due corsi universitari o da autodidatta. Allo stesso modo una buona base di matematica e fisica avanzata a liceo può essere sufficiente per tradurre persino documenti molto tecnici.

Questo ha varie ripercursioni. Dal momento che i traduttori non devono essere esperti in un dato settore (tranne che nelle loro lingue e nella traduzione, naturalmente!), possono ‘specializzarsi’ nei diversi campi, di cui hanno la dovuta conoscenza ed esperienza. Oltretutto, queste ‘specializzazioni’ possono avere poco in comune tra di loro. Non c’è ragione poiché un traduttore non può essere ‘specializzato’ nell’industria petrolifera, nella cucina e nella Borsa, se colui o colei ha una buona comprensione di questi argomenti e adeguate risorse terminologiche.

Questa ultima frase ci riporta su un altro punto importante: non solo il sapere specialistico su un determinato settore non è così importante come generalmente immaginato, ma sta diventando sempre meno rilevante dal momento che il sapere si estende in tutti i settori e la tecnologia della traduzione insieme alle risorse terminologiche tornano ad avere un ruolo sempre più importante. I traduttori non sono più tenuti a padroneggiare l’insieme dei concetti apparteneti a diversi settori e la terimologia associata a una o due lingue. Tuttavia oggi loro possono, e senza dubbio devono, fare affidamento sempre di più ai strumenti della traduzione assistita, alle conoscenze altamente specializzate e alle risorse terminologiche alla loro disposizione. Come nel caso di tutte le professioni basate sulla conoscenza, anche il lavoro del traduttore in gran parte è legato alla conoscenza di altre persone. Avere accesso a risorse adeguate determinerà se i traduttori saranno in grado o meno di tradurre testi altamente specialistici.

Mito n.2: La maggior parte dei documenti richiede la specializzazione in un settore determinato

La proporzione di documenti che richiedeno un alto grado di specializzazione è notevolmente esagerata. La stragrande maggioranza non richiede conoscenze specialistiche in qualche settore specifico, bensì una formazione piuttosto ampia in diversi settori. Molti documenti di business, ad esempio, richiedono una buona comprensione dei principi di base delle vare discipline legate al business, come Economia, Contabilità, Diritto societario e contrattuale, Finanza e Marketing, oltre a una buona comprensione di un settore particolare. Il traduttore ha bisogno ‘solo’ di una buona cultura generale di business, oltre naturalmente, a un alto livello di competenze linguistiche e strumenti adeguati, caratteristiche quali un traduttore auto-proclamato non può avere. Avere un’ampia formazione in diversi campi è spesso più utile nella traduzione che essere specilizzati  in uno solo.

Conclusioni – La prospetiva della specializzazione

Anche se il termine ‘specializzazione’ e i suoi derivati continuerano ad essere utilizzati in modo improprio per scopi commerciali, i professionisti conscenziosi devono riflettere su cosa la specializzaione può e dovrebbe significare all’interno dell’industria della traduzione. Bisogna cercare di capire il significato della specializzazione in questo contesto specifico. E’ importante riconsiderare alla luce della diffusa espansione di conoscenze e dei progressi nella tecnologia dell’informazione cosa realmente significa essere ‘specializzato’ o ‘specialista’. Essere in grado di tradurre documenti altamente specialistici sta diventando sempre meno una questione di conoscenze e più una questione di possedere i strumenti giusti.

Per rendere il concetto di specializzazione appropriato all’interno dell’industria della traduzione settori specifici di specializzazione devono essere più precisi delle ampie categorie come ‘legale’, ‘di business’ o ‘tecnica’, le quali non descrivono i tipi di documenti che un dato traduttore è in grado di tradurre in modo sufficientemente dettagliato. Queste catagorie devono essere suddivise in sottocategorie pertinenti che rispecchiano particolari abilità e conoscenze, per poter costituire concrete e rilevanti possibilità di specializzazione.

Finché non ci sara una tassonomia riconosciuta di categorie di traduzione, non esisteranno settori o discipline significative in cui un traduttore si può specializzare.

 

Fonte articolo originale:  http://translationjournal.net/journal/56specialist.htm

La traduzione letteraria: arricchimento o perdita dell’opera originaria? Traduzione EN>IT

Il testo che ho scelto questa volta è tratto dal manuale The Oxford Handbook of TRANSLATION STUDIES, di Kirsten Malmkjær e Kevin Windle. Dal capitolo The translation of literary prose scritto dalla traduttrice letteraria Charlotte Barslund, la quale attraverso un analisi profonda ha datto voce ad un dibattito che si protrae negli anni, che cerca in ogni modo di mettere a confronto l’opera tradotta con quella originale. Al processo di traduzione, sopratutto nell’ambito letterario, spesso e volentieri si attribuiscono mancanze, perdite e impossibilità di trasmettere le stesse emozioni e cogliere le sfumature linguistiche del testo originale. Difficilmente si vuole riconoscere la buona riuscita della traduzione di un romanzo che indirettamente ha contribuito al successo dell’opera originale. Se avessimo dovuto prediligere a prescindere la versione originale di un libro, sminuendo la versione tradotta dello stesso, oggi non avremmo potutto godere i capolavori della letteratura mondiale. In ogni caso il dibattito rimane aperto… E voi che ne pensate?

IL VALORE E IL PRESTIGIO DI UNA PUBBLICAZIONE


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“La traduzione di un romanzo per il lettore assetato è come una caraffa d’acqua fresca, quando non si può andare alla fonte.” (Metafora usata dallo scrittore Alan Duff)

Il confronto è possibile?

E’ vivo il dibattito sul fatto che ci può essere un confronto o meno tra le opere tradotte e quelle non tradotte. Sono uguali ma divise? Un romanzo non tradotto è un’opera d’arte più pura della sua traduzione? Può essere attribuito alla traduzione soltanto la perdita, come nella espressione “perso nella traduzione”? O forse è il caso di “un libro è sempre un libro” e se è un grande libro attirerà i lettori sia nella versione originale che in quella tradotta? Alan Duff sostiene che ‘il lettore ritorna alla traduzione quasi sempre dall’impossibilità di  giungere all’originale. Lui beve dalla caraffa dell’acqua perchè non può andare alla fonte, ma non per questo l’acqua deve essere meno buona. La traduzione può essere una scelta necessaria, ma non di certo un male necessario.’ In questa affermazione Duff riconosce la differenza, ma non lo vede come un fattore nocivo  nei confronti del piacere che può regalare e la qualità di un libro.

Un esempio di controversia

Il dibattito sulla questione ebbe inizio nel 2006 quando l’Associazione dei Giallisti Inglesi decise di escludere i romanzi tradotti dal loro Premio di Pugnale d’Oro, ora l’annuale Premio Duncan Lawrie, per il miglior romanzo giallo. Fino ad allora i romanzi gialli scritti in qualsiasi lingua, ma disponibili anche in inglese, potevano essere selezionati per la valutazione. Tra i vincitori c’erano scrittori dal Regno Unito e da altri paesi, i quali competevano alla pari, ossia per merito. L’Associazione si accorse che era impossibile stabilire se il successo di un romanzo tradotto era dovuto alla qualità della traduzione o alla scrittura originale, e cambiò le regole di partecipazione per il loro premio più prestigioso affinché solo romanzi scritti originariamente in inglese potevano essere ammessi. L’Associazione creò successivamente un premio speciale per i romanzi gialli tradotti, il Pugnale Internazionale Duncan Lawrie. Sebbene sia positivo che i romanzi gialli tradotti non siano stati esclusi del tutto dalla valutazione, il premio in denaro assegnato è di soli 6.000 sterline (di cui 5.000 sterline vanno allo scrittore e 1.000 al traduttore), paragonate alle 20.000 sterline per il loro premio prestigioso, Duncan Lawrie. Questa distinzione sembra indicare che i romanzi tradotti non sono da considerarsi dello stesso livello di un romanzo nella lingua originale, o che un romanzo tradotto perde qualcosa con la traduzione e per questo non dovrebbe essere confrontato con opere non tradotte.

E’ giusta però questa considerazione? E’ vero che un libro tradotto è di un valore minore rispetto al libro nella sua lingua originale? E’ importante ricordare che i libri pubblicati in lingua originale avranno un editore, che lavora sul testo insieme all’autore. La versione pubblicata avrà senz’altro l’approvazione dell’autore. Il traduttore allo stesso modo lavorerà con un editore, il quale spesso fungerà da cassa di risonanza o da un potenziale lettore del libro. Pochissimi libri sono risultato della visione genuina di una sola persona, ma l’immagine dell’autore come un genio creativo sembra prevalere, così il processo di traduzione di conseguenza deve sminuire il valore di un libro. Questò sarà naturalmente il caso di una cattiva traduzione, ma il successo di tanti romanzi tradotti dimostra che è sia possibile che auspicabile raccontare una storia in una lingua diversa da quella in cui è stata scritta. Si può anche sostenere che la maggior parte delle persone avranno a disposizione solo il libro tradotto e non avranno mai la possibilità di fare un confronto, e così non possono distinguere tra la versione originale e quella tradotta. Come ci suggerisce Susan Bassnett, ‘quando leggiamo Thomas Mann oppure Omero, se non conosciamo il tedesco e il greco antico, quello che stiamo leggendo è l’originale attraverso la traduzione, ovvero la traduzione è il nostro originale’ (Bassnett 1998b: 25). Inoltre, se ci fossimo limitati a leggere solo libri scritti nella nostra lingua, avremmo perso la possibilità di ampliare gli orizzonti e stimolare la nostra mente, e ci saremmo ritrovati con una prospettiva distorta e chiusa.

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GLOSSARIO

  • Issue → edizione, pubblicazione
  • status → prestigio
  • solely → unicamente, esclusivamente
  • loss → perdita
  • to argue → argomentare
  • water-jar → caraffa di acqua
  • none the worse for → non meno buona; incontaminata (riferita all’acqua)
  • a necessary evil → un male necessario
  • acknowledge → riconoscere
  • detrimental → dannoso, peggiorativo
  • controversy → controversia, dissacordo, dibattito
  • British Crime Writers’ Association → L’Associazione dei giallisti inglesi
  • Gold Dagger Award → Premio di Pugnale d’Oro
  • on equal terms → allo stesso livello, alla pari
  • i.e. (abbrev. dal latino id est) → ovvero, ossia
  • so that → cosicché, in modo che
  • subsequently → successivamente
  • fiction → narrativa, romanzo
  • signal [sth] → indicare, segnalare
  • be regarded as → essere considerato come
  • league (figurative) → livello 
  • sounding board → cassa di risonanza
  • linger → permanere, persistere
  • unadulterated → genuino, puro
  • by implication → implicitamente, indirettamente
  • diminish → sminuire
  • in addition → inoltre, per giunta

 

* Fonte testo originale:

Prose Translation (5)-page-0 Prose Translation (6)-page-0