Traduzione letteraria IT>AL, tratto dal libro “Il più e il meno” di Erri De Luca

Mentre cercavo tra i scaffali della biblioteca mi sono imbattuta in questo libro fatto di racconti autobiografici dello scrittore napoletano Erri De Luca, che mi ha rapita subito. Una figura poliedrica della letteratura e cultura contemporanea, Erri De Luca ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Per cogliere tutta la sua sensibilità, la sua intelligenza e la sua immensa ricchezza d’animo bisogna leggere tutta la sua opera. Qui vorrei condividere una sua bellissima poesia, che attraverso poche parole dette d’un fiato riassume i veri valori della Vita.

VALORE

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

 

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DITËLINDJA

Më 18 janar është ditëlindja e nënës time. Do të ishte nëntëdhjetë vjeçe. Do ta kishte dashur shumë këtë moshë, nuk ishte e lodhur duke jetuar, duke lexuar. “Kushedi nëse do të ketë libra atje ku do të shkoj?”: nuk kam dëgjuar askënd të shpresoj për një bibliotekë në botën e përtejme. Faqet e librave i kanë bërë shoqëri më shumë se sa unë.

Rilexonte romanet e famshëm te Proust, Dostoevskijit, Tolstojit, ditën dhe natën kur gjumi largohej.

“Më thuaj diçka, mos më lër kështu”: më thoshte papritur në dialektin napoletan strofën e këngës së Pino Daniele, gjatë darkave tona, kur qëndroja më shumë i heshtur dhe i mbyllur, i heshtur dhe bosh nga dita e kaluar në kantier. Haja duke menduar për ndonjë varg nga ato që kisha lexuar herët në mëngjes, për një plan që nuk kisha për të dielën, pa gjetur një rrugëzgjidhje.

“Më thuaj diçka, mos më lër kështu”: përpiqesha të kthehesha në vete me një buzëqeshje të sforcuar, pa ditur t’i thoja diçka apo t’i ofroja shoqërinë për të cilën kishte nevojë. Zëri i saj që thyente heshtjen me strofën e këngës, sot më rreh në kokë, si dhimbja e një dhëmbi.

Ndërsa ishte ajo që më tregonte: lexonte tre gazeta të përditshme, një të Napolit, dëgjonte leximin në radio të një tjetre, ndiqte lajmet në televizion. Më informonte mbi botën nga pikëvështrimi dhe ndjenjat e saj. Mbante anën, mbronte dhe akuzonte. Donte që ta mbështesja në zemërimin, inatin dhe dhembshurinë e saj. Më nxiste, por une kisha tashmë nxitjet e mija të plota. Për të kaluarën time nuk pyeste dhe as nuk donte të dinte. Për të unë isha një shkrimtar dhe asgjë tjetër.

Më tregonte histori të kohërave të bukura të shkuara e të kaluara, albumin e fotove të familjes të shfletuar ndonjë mbrëmje nga zëri i saj. Dëgjoja e ridëgjoja emrat e njerëzve  të dashur për të dhe indiferent për mua. I ndjeja larg dhe gabohesha. Më përkisnin të gjitha, fotot e albumit të saj. Isha formuar prej tyre, ishin përbërësit e mij, më tepër se të afërmit e mij. Nëpërmjet atyre personave më fliste për mua. Më tregonte që isha unë ajo turmë.

Tashmë edhe ajo është pjesë e tregimit. Mbrëmjeve në guzhinë, i ulur në tavolinën tonë të shkretuar, pertyp darkën time me sytë mbi pjatë dhe gëlltijë mungesat e të cilave jem pjesë.

 

 

 

 

 

Testo originale:

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Traduzione ES > IT Articolo di cultura dal quotidiano spagnolo El País

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Toronto, supermercato dell’Oscar

La 39ª edizione del festival canadese conta 285 lungometraggi in 11 giorni di proiezioni, un eccesso cinematografico al quale partecipano 400.000 spettatori, 300 registi e 200 star

Il cinema da sempre si muove su questo filo sottile che separa l’arte da un brutto declino nel vuoto del commercio. La situazione sembra però accentuarsi nell’occasione dell’appuntamento annuale dell’industria del Festival Internazionale del Cinema di Toronto. Tradotta in numeri, la 39ª edizione del festival canadese che si concluderà il 14 settembre conta 285 lungometraggi in 11 giorni di proiezioni, un eccesso cinematografico al quale partecipano intorno ai 400.000 spettatori, 300 registi e 200 star del cinema, oltre ai mille giornalisti e dirigenti di Hollywood. Chiunque faccia parte dell’industria statunitense del cinema deve esserci a Toronto, specialmente se ha qualcosa da vendere o da comprare. Che sia un film in cerca di distribuzione o un attore in cerca di un oscar, nel supermercato cinematografico di Toronto si può trovare di tutto, per tutti i gusti.

American beauty (1999) fu il primo film che associò il suo successo agli Oscar con suo debutto a Toronto. Dopo sarebbe stata la volta di tanti altri come  Non è un paese per vecchi, The Millionaire, The Hurt Locker, Il discorso del re, L’artista, Argo e così via fino ad arrivare  a 12 anni schiavo. Tutti questi film presentati a Toronto, festival che utilizzarono come piattaforma nelle loro campagne pubblicitarie. Una leggenda ben narrata anche se non necessariamente corretta. Con una programmazione di circa trecento film, sarebbe molto difficile che il prossimo vincitore dell’Oscar non si trovasse a Toronto. “Il festival è uscito di senno. Devono smettere di programmare così tanti film poiché la situazione gli sta sfuggendo dalle mani”, affermò ai giornalisti l’addetto alle pubbliche relazioni Martin Marquet, l’incaricato di uno dei contendenti più commentati di questa edizione, Miss Julie, con protagonisti Jessica Chastain e Colin Farrel sotto la regia di Liv Ullmann.

Ci sono titoli per tutti i gusti. Tutto vale in questo festival dove il criterio di selezione è vasto e l’unico premio concesso è quello del pubblico. Preferite un film d’azione? Ci pensa Denzel Washington con The equalizer – Il vendicatore. Amore per l’arte? Il migliore è la passeggiata pittorica di Mr. Turner, già vincitore a Cannes del premio per il miglior attore dato a Timothy Spall. Registi locali? Il canadese Jason Reitman partecipa per la seconda volta consecutiva con il suo ultimo lavoro, il dramma generazionale Men, Women and Children, presentato al teatro Reyrson di Toronto. Ci sono anche opere di esordio come quella che presenta l’umorista Jon Stewart, il film-documentario politico Rosewater, che ha come protagonista l’attore Gael García Bernal. E’ facile trovare anche nuove tendenze. Film centrati sulla vita di persone senzatetto come è il caso di Time out of Mind  o di Shelter. Oppure di attrici senza trucco in cerca di un dramma importante che dia una svolta alla loro carriera. E’ il caso di Jennifer Aniston in Cake e di Reese Witherspoon in Wild. Partecipano al festival anche vecchie glorie disposte a rinascere a costo di pagare dalla propria tasca come il caso di Kevin Costner e del suo film autofinanziato Black & white. Film biografici come La teoria del tutto – dedicato a Stephen Hawking – o The Imitation Game – centrato sulla vita del matematico Alan Turing – che hanno collocato i loro protagonisti Eddie Redmayne e Benedict Cumberbatch  tra i primi contendenti all’Oscar. Ci sono inoltre tanti attori nei panni di registi come Ullman, Stewart, Chris Evans, Chris Rock, Alan Rickman o James Franco.

Tra questo miscuglio di cinema, dove giornalmente vengono proiettai in media cento film, l’unica difficoltà è trovare “l’ago nel pagliaio”, individuare il lungometraggio che il prossimo febbraio si impossesserà del grande Oscar. E a quanto pare è l’unico premio che conta. “E’ diventato così massivo che inizia a non aver più senso partecipare poiché è impossibile distinguersi dal resto”, svelò al quotidiano uno delle pubbliche relazioni più stimati nell’industria del cinema, Toni Angelotti, che quest’anno preferì rimanere a casa.

L’unico a sapersi vincitore nonostante la statua sia lontana è Bill Murray. Il tanto amato comico statunitense presenta oggi il suo nuovo film, St. Vincent, che dal titolo suona come qualcosa di già visto: un uomo brontolone  al quale cambia la vita il figlio di una coppia divorziata che si trasferisce nella casa accanto alla sua. La qualità del suo lavoro resta da vedere, ma il riconoscimento per la sua carriera è già nel programma del Festival che ha reso il 5 settembre il Giorno Bill Murray. Una celebrazione che si svolgerà con la presenza dell’attore durante la serata della prima di St. Vincent seguito da tre proiezioni gratuite dei suoi classici, Ricomincio da capo, Stripes – Un plotone di svitati Ghostbusters – Acchiappafantasmi. Una celebrazione così ben accolta che a causa di un errore nel sistema della biglietteria del festival fece si che si vendessero più biglietti rispetto ai posti disponibili per la serata.

* Fonte articolo originale:  http://cultura.elpais.com/cultura/2014/09/05/actualidad/1409930862_128735.html , de Rocío Ayuso

P.s. A proposito di film presentati al festival di Toronto vi consiglierei Miss Julie per chi come me si ritiene “un’inguaribile romantica” :)!  In seguito il Trailer http://youtu.be/07FyKDYidNM